Oro Frentano
L’Amore per il territorio, la passione per la terra
Oro Frentano
Paradisi terrestri da visitare insieme
Oro Frentano
Un Molise da sogno da percorre in bici
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L’area orientale molisana che si affaccia sul Mar Adriatico lega la sua storia a quella della città di Larino che sin dai tempi antichi ne ha rappresentato il centro di riferimento politico e amministrativo. Per questo nei testi della prima metà del Novecento si fa riferimento al “Larinese” per indicare questa area del Molise. Larino oggi è una piccola città, ma è ancora sede del tribunale dell’area, a testimonianza della sua importanza nella storia. Fu dapprima denominata Ladinod, la cui dicitura in osco con caratteri latini la si ritrova sulle monete di bronzo coniate dalla zecca della città già dal III sec a.C, nel periodo romano divenne poi Larinum. Della città antica abbiamo la testimonianza dei siti archeologici di cui sono visitabili dai turisti l’Anfiteatro e le terme romane posti all’interno del Parco Archeologico di Villa Zappone. Numerose sono le epigrafi del periodo romano ritrovate negli scavi archeologici, rappresentano fonti preziose di informazioni riferite alla città antica impregnate anche da tanta umanità. Le testimonianze archeologiche riguardano Larino e l’area di riferimento disseminata di ville rustiche, come quelle di San Martino in Pensilis, Morrone nel Sannio, San Giacomo degli Schiavoni etc

In una citazione di Plinio “ Larinates cognomine frentani” emerge l’appartenenza della Larino antica e dei larinati ai frentani. Questa citazione e altre considerazioni, legano questo territorio, a Sud fino al fiume Fortore, ai frentani, popolo che si estendeva a Nord, oltre i confini dell’odierno Molise, nell’area dell’attuale Abruzzo e comprendeva le città di Vasto ( Histonium), Lanciano( Anxanum) etc. Per questa ragione l’area molisana nordorientale merita di essere denominata “ Molise Frentano”.

Nell’Ottocento, Giuseppe Bonaparte con decreto 274 dell’11 Dicembre 1806 istituisce il distretto di Larino, con una nuova sottointendenza della Capitanata di cui la città faceva parte. Il Molise e la Capitanata furono separati amministrativamente nel Settembre 1806. Solo i distretti di Campobasso e Isernia costituivano allora la Provincia di Molise in base alla legge 189 del 27 Settembre 1806. Con R.D del 4 Maggio 1811 il distretto di Larino fu staccato dalla Capitanata e aggregato alla Provincia di Molise. In quell’occasione Larino portò in dote con se molti comuni ora parte dell’attuale Molise Frentano, ne perse alcuni pugliesi come Lesina, Poggio Imperiale, Chieuti, Serracapriola, San Paolo Civitate e Torremaggiore, ne acquisì altri dei distretti vicini. Quindi in questo passaggio il distretto di Larino subì una radicale trasformazione territoriale e grazie ad esso la Provincia di Molise acquisì lo sbocco al Mare Adriatico, con Termoli e Campomarino non più centri della Capitanata ma molisani.

Il Molise Frentano, quindi, ha una lunga storia legata alla città di Larino, il suo territorio, oggi, lo possiamo far coincidere a quello del distretto del 1811 con alcuni piccoli cambiamenti avuti nel tempo.

Una peculiare caratteristica di questa area molisana è la presenza di centri albanesi e croati. Gli albanesi giunsero in quest’area nel XV secolo i croati nel XVI. Attualmente quattro sono i comuni albanesi, Ururi, Portocannone, Campomarino e Montecilfone e tre quelli croati, Acquaviva Collecroce, San Felice del Molise e Montemitro.

In questo territorio fino al 1818 erano presenti tre diocesi, soppressa quella di Guardialfiera restarono quella di Larino e di Termoli che nel 1986 diedero vita all’attuale diocesi di Termoli- Larino. Nella antica diocesi di Larino, con il suo territorio compreso tra il fiume Biferno e il Fortore, erano comprese, fino al 1938, anche le Isole Tremiti e fino al 1978 Serracapriola e Chieuti.

Nel Molise Frentano nel tempo si sono fusi i contributi culturali arrivati dalle aree vicine e dalla sua lunga storia, ma anche gli arricchimenti giunti dall’altra sponda dell’Adriatico, fino ad ottenere un volto unico frutto delle relative contaminazioni.

Agli inizi degli anni settanta con il nucleo industriale di Termoli il volto agricolo pastorale dell’area si indebolì, la presenza di attività capaci di dare posti di lavoro, benessere, portarono, in parte, all’abbandono dei campi.

Tuttavia il paesaggio è ancora prevalentemente agricolo, i prodotti, le pietanze, le feste, le tradizioni, i modi di dire, i canti, i testi di poeti e scrittori ci regalano un quadro decisamente bucolico. Le aree agricole fertili come le Piane di Larino, Melanico di Santa Croce di Magliano, Piano Palazzo di Rotello, Ramitelli di Campomarino, l’area agricola del Sinarca tra Guglionesi, Petacciato e Montenero di Bisaccia sono ancora utilizzate nelle attività agricole. Estesi sono i vigneti che regalano vini di altissima qualità prodotti da cantine prestigiose che da anni si guadagnano grandi soddisfazioni sui mercati italiani ed esteri. Sulle colline intorno ai centri abitati il paesaggio è prevalentemente olivicolo con molte varietà autoctone coltivate nel Molise Frentano tra cui la Gentile di Larino, L’Oliva nera di Colletorto, La Rosciola di Rotello e altre. Gli oli prodotti da cultori della materia sono di eccezionale qualità e arricchiscono le deliziose pietanze del Molise Frentano. Estesi sono i campi di grano duro coltivati nell’area, un vero e proprio granaio che contribuisce alla produzione della pasta di qualità regionale e nazionale. Anche grazie ad un’industria di trasformazione da poco approdata nelle irrigue piane di Larino la produzione agricola ha avviato una lenta ma importante diversificazione con la produzione di ortaggi, quali pomodori, melanzane, finocchi, cavolfiori, aglio e cipolla.

Al paesaggio agricolo si affianca quello pastorale. Numerosi tratturi attraversano il Molise Frentano a ricordare la pratica della transumanza. I tratturi collegavano le aree montane e interne ai pascoli degli erbaggi vernili del Tavoliere delle Puglie dove si recavano numerosi greggi di pecore ma anche mandrie di animali grossi. Il movimento periodico era regolato dalla Dogana della mena delle pecore di Puglia che assegnava ai locati gli erbaggi del Tavoliere provvedendo alla riscossione del dovuto. Molte aree del Molise Frentano rientravano nel riposo generale del Saccione, nel primo periodo dell’esistenza della Regia dogana le greggi in transito non potevano recarsi nel tavoliere delle Puglie prima della festa di Santa Caterina d’Alessandria ed erano obbligate a sostare nel riposo generale del Saccione in attesa dell’assegnazione degli erbaggi. Il Molise Frentano è attraversato dai seguenti tratturi: L’Aquila Foggia, il Centurelle Montesecco, Il Sant’Andrea-Biferno, L’Ateleta –Biferno, il Celano-Foggia. Oggi rappresentano dei percorsi lasciati dalla storia utilizzabili per favolose ed indimenticabili escursioni in bici e a piedi. In particolare, i tratturi Sant’Andrea-Biferno e Ateleta-Biferno consentono in più tappe di raggiungere dal confine pugliese il territorio abruzzese tagliando tutto il territorio molisano frentano regalando agli escursionisti vive ed indimenticabili emozioni.

Nel Molise frentano il tradizionale legame con la cultura pastorale lo si può ritrovare nei favolosi pecorini dell’area, o nei formaggi di latte vaccino come caciocavalli, mozzarelle e la tipica treccia di Santa Croce di Magliano.

La cultura agricola e pastorale è anche l’essenza di manifestazioni tradizionali come le carresi che in alcuni centri come San Martino in Pensilis, Ururi, Portocannone si svolgono con la corsa dei carri trainati da buoi guidati da esperti e sicuri cavalieri in sella ai loro eleganti cavalli. A Larino la carrese nel tempo ha abbandonato la corsa che si svolgeva, ancora nella prima parte dell’Ottocento, il 25 maggio. Il 26 maggio, giorno della festa patronale dedicata a San Pardo, si svolgeva una processione in cui sfilavano i carri addobbati e trainati da buoi. Oggi la festa si svolge il 25, 26 e 27 Maggio con cortei processionali in cui partecipano oltre 120 carri trainati da buoi e vacche, addobbati con fiori di carta realizzati a mano, con un ramo di olivo in fiore adornato da nastri colorati su cui vengono appesi piccoli prodotti caseari. In tutti i mesi dell’anno nel Molise Frentano si svolgono numerose feste tradizionali in cui emerge il radicato e forte legame della gente di questa area con la cultura agricola e pastorale.

Dal punto di vista naturalistico, sulla costa, il paesaggio passa dalla vegetazione delle dune costiere in molti siti ben conservata, alla macchia mediterranea dei boschi retrodunali ben visibili nell’area meridionale molisana e in quella pugliese posta in prossimità del confine tra Molise e Puglia. I boschi misti sulle colline delle aree interne regalano suggestivi, meravigliosi scorci naturalistici, sentieri mozzafiato si perdono tra le fronde ombrose di maestose querce fino ad arrivare ad oasi naturalistiche come quella della Lipu a Casacalenda, dove è presente anche il faggio in forma relittuale. I boschi richiamano appassionati cercatori di funghi e di tartufi. Lungo il fiume Biferno o il torrente Cigno, che origina una splendida valle tra Larino e Casacalenda e Montorio nei Frentani, è possibile effettuare entusiasmanti escursioni e godere di alcuni angoli meravigliosi di queste aree umide.

I percorsi a piedi, in bici regalano un orizzonte visibile ampio che si perde nel Mar Adriatico dove spiccano le isole Tremiti facilmente raggiungibili da Termoli e capaci di regalare giornate indimenticabili in un paradiso naturalistico marino ricco di storia. A nord, quando l’aria è più limpida, è possibile osservare i principali massicci dell’appennino centrale: la Majella, il Gran sasso e i monti della Laga, mentre ad est invece è spesso visibile il Gargano.